Come funzionano i magazzini automatici

Come funzionano i magazzini automatici

Trovandoci ormai in quella che viene considerata la quarta rivoluzione industriale, si fa sempre più sentire la necessità di una produzione just in time e legata alla customer satisfaction. 

Per questa ragione, la logistica è diventato un elemento determinante della competitività aziendale. Secondo uno studio della SDA Bocconi School of Management e Accenture, i costi logistici incidono sul fatturato aziendale tra il 2% e il 7%, a seconda del settore di appartenenza, con picchi di incisione fino al 30% del fatturato in alcuni casi.



Come calcolare i propri costi di magazzino?

Ci sono diverse scuole di pensiero su come suddividere i costi di magazzino, grazie all’esperienza sviluppata negli anni riteniamo che una valida metodologia sia dividerli  in 3 macrocategorie:

Costi di impostazione

Costi di mantenimento a magazzino

Costi di stock out 

Costi di impostazione

Partendo dalla prima categoria, i costi di impostazione sono quei costi cui un'azienda deve far fronte ogni volta che emette un ordine. Sono costi in parte fissi e dovuti a commissioni, spese amministrative, di contabilità e comunicazione. Si aggiungono poi i costi relativi al trasporto, scarico e verifica che generalemente variano a seconda dell’unità di grandezza dell’ordine.

Per minimizzare i costi di impostazione bisogna calcolare il lotto economico (EOQ, economic order quantity) per trovare il giusto compromesso tra ordini frequenti e scorte elevate.

Costi di mantenimento

Possiamo comprendere quali siano i costi di mantenimento a magazzino andando ad analizzare quelli che sono le conseguenze di una quantità maggiore o minore di scorte presenti. Le conseguenze sono relative :

costi di capitale, 

costi di magazzinaggio, 

costi di servizio e 

costi di rischio.

I costi di capitale includono qualsiasi spesa legata a investimenti e interessi sul capitale operativo, nonché i costi opportunità del denaro investito nelle scorte. Infatti, il capitale investito in scorte non può essere utilizzato e investito in altri strumenti finanziari quali buoni del tesoro, fondi o simili che porterebbero un ritorno all’azienda. 

Per calcolare il “costo del capitale” il metodo tradizionale è il calcolo del WACC (weighted average cost of capital). La definizione usata generalemente è che il WACC rappresenta il ritorno minimo che un’azienda deve avere da ciò che possiede per soddisfare i propri creditori. Secondo molti studiosi,  per gran parte delle aziende i costi di capitale raggiungono il 15%.

I costi di magazzinaggio sono rappresentati dalle spese legate alla manutenzione dell'edificio e degli impianti e utenze collegate, i costi di acquisto, locazione o ammortamento, nonché le tasse sull’immobile. Qualora il magazzino venisse saturato totalmente, si aggiungono i costi collegati alla ricerca di un altro spazio e il blocco o rallentamento dei flussi.

I costi di servizio includono hardware e software, assicurazione ma anche movimentazione delle merci, spese corrispondenti legate a risorse umane e management. Possiamo inserire in questa categoria anche le spese di controllo delle scorte e inventario a rotazione. Infine, molti aggiungono a questa categoia anche le tasse.



I costi di rischio si riferiscono alla possibilità che lo stock possa perdere di valore nel periodo in cui sono messi a magazzino, aspetto particolarmente rilevante per l'industria della distribuzione di merci deperibili. Inoltre, la perdita di prodotti può accadere per errori di verifica fornitura, errori amministrativi, furto, danni durante il trasporto o nel magazzino. 

Costi di stock out
Sono i costi relativi alle rotture di stock, categoria che comprende consegne urgenti, passaggio a fornitori con consegna più rapida, sostituzione con articoli meno redditizi, e simili. In aggiunta ci sono i costi come la perdita di fidelizzazione da parte del cliente o la reputazione generale dell'azienda, che sono meno quantificabili.
Il costo del magazzino dev’essere controbilanciato dal costo opportunità delle rotture di stock: è possibile bilanciare il costo del magazzino regolando i livelli di servizio.
Un magazzino automatico permette la regolazione e minimizzazione dei costi di servizio.

Cosa sono i magazzini automatici?

Sono magazzini in cui la movimentazione, cioè l’operazione di prelievo e deposito, è automatizzata e avviene, nella maggior parte dei casi, per mezzo di transloelevatori (un robot a tre assi che si muove vincolato ad una rotaia a terra, in grado di sterzare o meno a seconda dei modelli) in grado di lavorare a elevate velocità in spazi costretti e altezze considerevoli. In termini di profondità, la capacità del magazzino varia a seconda della struttura scelta a seconda delle esigenze, e può arrivare a far risparmiare fino al 90% dello spazio a terra.

I magazzini automatici si differenziano per:

La tipologia di unità di carico che movimentano:

o pallet, scatole

o contenitori

o cassoni

o vassoi

o unità speciali

Il peso dell'unità di carico:

o carichi leggeri (fino a 100 kg)

o medi (intorno ai 500 kg)

o pesanti (da 1.000 kg a 5.000 kg e oltre)

La tipologia di stoccaggio:

o semplice profondità

o multiprofondità

La tipologia dell'organo di presa:

o forcole telescopiche

o trascinamento a cinghia (tipico dei miniload)

o satellite

o presa a rebbo (tipico dei miniload)

La posizione nel flusso logistico aziendale:

o materie prime

o semilavorati

o prodotti finiti

o ricambi e vari di consumo

Il magazzino automatico a forcole per flusso pallet può essere realizzato anche mediante carrelli elevatori senza conducente, muletti automatizzati o nel caso di merci non palletizzate un’altra soluzione è il magazzino verticale.

Quali sono quindi i vantaggi del magazzino automatico?

Elevato sfruttamento dello spazio a terra (riduzione costi necessari per metratura)
Minor numero di personale impegnato e riduzione degli errori
Maggiore sicurezza del personale 
Consegne veloci, precise e puntali grazie alla gestione automatizzata degli ordini e all’elevata velocità di picking e handling
Monitoraggio costante dello stato delle scorte
Gestione ottimizzata dello stock per minimizzare i costi di rischio
Gestione dell’energia utilizzata per ridurre i costi d’utilità



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